Per il Parco Nazionale del Matese oltre alle sentenze serve l’impegno delle Regioni
Legambiente chiede ai presidenti delle Regioni Campania e Molise di non demandare ai tribunali le scelte che spettano loro.
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica deve garantire coerenza e velocità nelle decisioni
L’istituzione del Parco Nazionale del Matese rappresenta una incredibile possibilità di sviluppo per le due regioni, oltre ad essere prima di tutto l’unica soluzione in grado di tutelare la biodiversità del massiccio al confine tra Campania e Molise. Lo sa bene chi come Legambiente da oltre trent’anni lavora per l’istituzione dell’area protetta nazionale avendo prima riavviato il percorso di discussione sul territorio per mezzo degli “Stati Generali del Matese”, serie di eventi che ha portato alla raccolta di diverse delibere di adesione all’idea del parco da parte di Comuni e Province, ma ha soprattutto contribuito alla stesura dell’emendamento a firma Caleo e Vaccari che ha ufficialmente istituito il Parco Nazionale con legge dello Stato 205/2017. Lo scorso 24 ottobre il Tar del Lazio ha intimato al Ministero dell’Ambiente di “provvedere nel termine di centottanta giorni dalla comunicazione della presente sentenza, alla delimitazione provvisoria, nonché all’adozione delle misure di salvaguardia necessarie a garantire la conservazione dello stato dei luoghi. In caso di ulteriore inerzia nel provvedere entro il detto termine, sarà nominato un Commissario ad acta”.
“Un percorso che è nato dal basso – commentano Mariateresa Imparato e Andrea De Marco rispettivamente presidenti di Legambiente Campania e Molise – la cui conclusione non può che passare dalle mani della politica che deve saper interpretare le richieste giuste che provengono dal territorio e rigettare quelle che stanno bloccando l’iter istitutivo del Parco. Non è possibile pensare che ciò che ha alla base la partecipazione dei territori, ossia l’istituzione di un’area protetta, possa vedere la conclusione mediante un commissariamento della decisione. Situazione tra l’altro già vista in altri territori, dove il commissariamento non ha poi portato all’istituzione dell’area protetta”.
Il riferimento è all’istituzione di altri due parchi nazionali che da anni attendono la chiusura dell’iter istitutivo quali il parco nazionale della Costa Teatina e quello di Portofino che attendono l’istituzione da 23 anni il primo e 7 il secondo nonostante il commissariamento.
“È arrivato il momento che i presidenti delle due regioni portino il tema della istituzione del Parco Nazionale del Matese nella conferenza stato regioni, principale sede di confronto e coordinamento tra le prerogative dello stato e quelle degli enti regionali. Auspichiamo a questo punto – continuano i due presidenti – che il presidente Roberti si renda protagonista di tale scelta vista la mozione approvata recentemente dal consiglio regionale del Molise che, senza un impegno formale successivo ad essa rischia di restare un esercizio di stile – concludono Imparato e De Marco – per valorizzare il lavoro fatto da chi si è impegnato per la sua istituzione in questi anni ed evitare che il Parco Nazionale del Matese venga visto come un ente calato dall’alto, che è proprio quello che vuole chi in questi anni ha cercato di boicottarne la nascita”.
È bene ricordare- conclude Legambiente- solo per dover di cronaca, che il consiglio regionale del Molise si è già espresso nel 2020 a favore dell’istituzione del parco e anche in quella occasione non c’è stato nessun atto formale della Regione che, invece, deve portare il tema al confronto con la Regione Campania in seno al Tavolo tecnico per le aree protette della Conferenza delle Regioni e chiedere ufficialmente che venga espresso il parere di merito sulla perimetrazione e le misure di salvaguardia da trasmettere al Ministero.
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