Materiale ferroso a Petacciato, Legambiente: «Nessun allarme, le cause sono attribuibili a fenomeni naturali»
Dal Trigno fino al Tecchio di Petacciato, in una particolare area della spiaggia, è possibile rilevare la presenza di polvere ferrosa. A segnalarlo è stato nei giorni scorsi un cittadino del luogo, che in seguito ad alcune analisi effettuate a proprie spese, ha potuto riscontrare la presenza di materiale ferroso pari al 18%. Un dato che è stato considerato in un primo momento allarmante. Secondo il segnalatore, infatti, l’origine del fenomeno è riconducibile alla presenza delle industrie metalmeccaniche nella Z.I di San Salvo.
Legambiente Molise non è rimasta indifferente, e ha voluto approfondire il caso, coinvolgendo, come previsto anche dal protocollo stipulato dall’Unimol e Legambiente, il prof. Claudio Colombo. Sono stati interessati della cosa anche Nicola Scapillati, Angelo Sanzò, Franco Ortolani della SIGEA sez. Molise. In seguito ai dati emersi delle analisi, l’associazione ambientalista ha dichiarato: “Vogliamo tranquillizzare il cittadino di Petacciato circa la presenza di scarichi industriali nei fiumi Trigno e Tecchio e ai relativi depositi di scarti di lavorazione industriali sulla spiaggia ad essi adiacenti, in quanto dall’analisi effettuata è risultato che la presenza ferrosa è di origine vulcanica, quindi di un fenomeno del tutto naturale. E’ inoltre emerso che la sabbia è ricca di titomagnetite: un minerale che a causa delle sue caratteristiche, molto pesante e poco alterabile, si concentra facilmente.” La SIGEA ha precisato : “La provenienza del materiale roccioso è da riferire ad una delle particolarità geologiche più interessanti dell’intera penisola italiana ovvero la ben nota punta delle pietre nere, costituita da una curiosa associazione di rocce sedimentarie e ignee, di natura carbonatrica, le prime e di origine vulcanica, quelle congregate, ricche di minerali ferromagnetici”.
Nessun allarme quindi. Il prof. Claudio Colombo ha ipotizzato che il fenomeno è da ricollegare a depositi sedimentari derivati dal disfacimento di rocce vulcaniche. Secondo Pasquale Lollino e Fabiana Berardo, rispettivamente presidente del Circolo di Legambiente di Termoli e Responsabile del comitato scientifico di Legambiente Molise: “La causa dell’emersione è riconducibile a diverse possibili cause, come ad esempio, ai movimenti erosionali dell’ambiente dunale che ha portato alla luce strati profondi e geologicamente più antichi”.
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