Legambiente Molise sull’ accordo con il Ministero per la valorizzazione della Biblioteca Albino

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I libri sono pieni delle parole dei saggi, degli esempi degli antichi, dei costumi delle leggi, della religione. Vivono, discorrono, parlano con noi, ci insegnano, ci ammaestrano, ci consolano, ci fanno presenti ponendole sotto gli occhi cose remotissime dalla nostra memoria. Tanto grande è la loro dignità, la loro maestà e infine la loro santità, che se non ci fossero i libri, noi saremmo tutti rozzi e ignoranti, senza alcun ricordo del passato, senza alcun esempio; non avremmo alcuna conoscenza delle cose umane e divine, la stessa urna che accoglie i corpi cancellerebbe anche la memoria degli uomini.”

Questa citazione si riferisce alla  lettera che il 31 maggio 1468 il Cardinal Bessarione indirizzò al Doge Cristoforo Moro per offrire in dono a Venezia la sua biblioteca di 482 volumi greci e 264 latini e che andò a costituire il fondo iniziale della Biblioteca Marciana.

Prendendo spunto da queste illustri considerazioni, Legambiente Molise plaude alla notizia relativa all’accordo siglato dai vertici della Regione  Molise con il sottosegretario del Ministero dei beni culturali, Antimo Cesaro per l’inserimento nella Strategia nazionale di valorizzazione della Biblioteca Albino di Campobasso, del Museo Sannitico, delle opere del Maestro Antonio Pettinicchi e della collezione di Giuseppe Ottavio Eliseo.

Come ha affermato il presidente Frattura, si tratta di un importante riconoscimento del prestigio delle opere che nel corso dei secoli sono state raccolte nella nostra regione.

Il Patrimonio culturale  rappresenta un bene prezioso attraverso il quale si arricchisce una intera comunità e che crea ”bellezza”.

La bellezza di un territorio oltre che attraverso i beni ambientali, si esprime anche attraverso l’ insieme di beni che per rilievo storico, culturale ed estetico sono di interesse pubblico e costituiscono la ricchezza di un luogo e della sua popolazione.

Attraverso  la valorizzazione e la tutela dei beni culturali,  in tutte le loro  espressioni, è possibile alimentare le potenzialità di sviluppo nel nostro territorio, migliorare la qualità della vita delle comunità, trasmettere valori e cultura, creare una ricchezza non quantificabile in termini economici, ma capace di  mantenere alto il livello di “bellezza” di un territorio.

La bellezza è la principale caratteristica che il mondo riconosce all’Italia, la nostra dote, la nostra ricchezza. Individuarla, tutelarla, crearne di nuova è la chiave per immaginare un futuro oltre la crisi.

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