Inchiesta della DDA di Campobasso, Legambiente: mantenere alta la guardia

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I comitati regionali di Abruzzo, Molise e Puglia commentano l’indagine su rifiuti, prestiti usurai ed estorsioni. Serve mantenere alta la guardia sulla gestione dei rifiuti.

Il nostro plauso al lavoro operato dalla DDA di Campobasso, coordinata dai procuratori Nicola D’Angelo e Vittorio Gallucci, ai carabinieri del N.O.E. e ai finanzieri del GICO, per il lavoro svolto per smascherare lo smaltimento illegale, lo stoccaggio e la gestione irregolare di rifiuti pericolosi.” Con queste parole i presidenti dei comitati regionali di Abruzzo, Molise e Puglia di Legambiente commentano le notizie riportate dalla stampa in merito all’inchiesta che ha portato a 47 indagati per reati di stampo associativo con metodo mafioso che vanno dall’estorsione al traffico illecito di rifiuti, turbativa d’asta, usura, spaccio di stupefacenti, riciclaggio e corruzione.

L’inchiesta di cui di parla si inserisce in un quadro che vede crescere I reati ambientali: secondo l’ultimo rapporto Ecomafia di Legambiente nel 2023 ne sono stati registrati 35.487, con un incremento del 15,6% rispetto al 2022, corrispondente a una media di 97,2 reati al giorno, ovvero quattro ogni ora. Anche il numero delle persone denunciate è aumentato significativamente (34.481, pari a +30,6%), così come quello degli arresti (319, +43% rispetto al 2022) e dei sequestri (7.152, +19%).

Tra le filiere più colpite, spicca il ciclo illegale del cemento con 13.008 reati (+6,5%), seguito dall’impennata degli illeciti penali nel ciclo dei rifiuti, che sono stati 9.309, con un incremento del 66,1%. Aumentano anche i reati e gli illeciti amministrativi nelle filiere dell’agroalimentare, le attività illecite contro gli animali e le specie protette e gli assalti al patrimonio culturale.

In Italia le ecomafie premono sempre di più sull’acceleratore e fanno affari d’orocontinuano da LegambientePratiche come l’abbandono dei rifiuti minacciano lo sviluppo dell’economia circolare, l’unica modalità di trattamento che diminuisce la produzione di rifiuti e l’inquinamento, contribuendo a mitigare i cambiamenti climatici, proteggendo la biodiversità e gli ecosistemi. Seguiremo il proseguimento dell’indagine e siamo pronti – concludono da Legambiente – tramite i nostri Centri di Azione Giuridica a costituirci parte civile nel momento in cui le indagini certificheranno la colpevolezza dei soggetti indagati.

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