Goletta Verde presenta i risultati del monitoraggio in Molise
Cariche batteriche elevate per due campionamenti su tre, sotto accusa le foci
In Molise sulla spiaggia di Ventotto a Petacciato e su quella di Torre del Sinarca a Termoli, su un’area pari a 6.000 metri quadri, trovati 259 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia, il 6% di questi proviene dalla mancata depurazione degli scarichi
Legambiente: “A fronte di una situazione di mancata depurazione sostanzialmente invariata rispetto al passato, chiediamo l’applicazione della Legge sugli Ecoreati in caso di scarichi illeciti”
Sui tre campionamenti eseguiti lungo le coste molisane, in corrispondenza delle foci di fiumi e nei pressi di scarichi di depuratori, due risultano fuori dai limiti di legge e, di questi, uno è “fortemente inquinato”.
È questo il bilancio del monitoraggio svolto lungo le coste molisane dall’equipe tecnica di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente (realizzata anche grazie al sostegno del CONOU – Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati e dei partner tecnici Aquafil, Novamont, Nau) presentato questa mattina in conferenza stampa a Termoli, da Stefano Ciafani, Direttore generale Legambiente, Manuela Cardarelli, Presidente Legambiente Molise, alla presenza di Leo Terzani, Portavoce Sindacato Medici Italiani, dove l’imbarcazione è stata ospitata dalla Capitaneria di Porto di Termoli – Guardia Costiera.
I prelievi e le analisi di Goletta Verde sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente il 25 e 26 luglio. I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e sono considerati come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori.
Oltre al tradizionale prelievo nei pressi della foce del fiume Biferno, che ha confermato una situazione invariata rispetto agli anni scorsi a causa della presenza di scarichi non depurati o illegali, risultando “fortemente inquinato”, i tecnici di Goletta Verde hanno campionato tre punti in provincia di Campobasso: è risultato “fortemente inquinato” il Canale Rio Vivo; entro i limiti, invece, i risultati del prelievo effettuato presso il lungomare Federico II di Svevia, all’altezza del civico 43; “inquinato” il giudizio emerso dal campionamento alla foce del fiume Tecchio.
“Il nostro monitoraggio non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi regionali per porre rimedio all’inquinamento dei nostri mari – dichiara Stefano Ciafani, Portavoce di Goletta Verde – Il problema della cattiva depurazione affligge purtroppo tantissime zone dell’Italia, visto che nel nostro Paese circa il 25% delle acque di fognatura viene scaricato in mare, nei laghi e nei fiumi senza essere opportunamente depurato. Sebbene non vi siano procedure di infrazione pendenti sul Molise, continuano a permanere criticità ormai croniche. Motivo per cui sarebbe opportuno che gli organi competenti indaghino per definire le cause che compromettono lo stato di salute di mare e fiumi, utilizzando anche i nuovi strumenti repressivi previsti dalla Legge 68 del 2015 sugli Ecoreati in caso di scarichi illeciti”.
Non si può certo dire che i bagnanti vengano poi informati a dovere. La cartellonistica in spiaggia è inesistente qui in Molise, anche se obbligatoria da tre anni per i comuni costieri: i volontari di Legambiente durante i giorni dei monitoraggi hanno verificato in 6 differenti punti, tra spiagge e foci, la presenza o meno di cartelli informativi sullo stato di salute del mare e sulla non balneabilità delle foci. Informativa obbligatoria per legge e che ha la funzione di informare i cittadini sulla qualità del mare (in base alla media dei prelievi degli ultimi 4 anni), i dati delle ultime analisi e le eventuali criticità della spiaggia stessa. Delle 4 foci verificate – Biferno, Tecchio, Canale Rio Vivo e Sinarca – e delle 2 spiagge – lungomare Federico II e la spiaggia a 30 metri dal Canale Rio Vivo – solo presso la foce del Tecchio e del Sinarca, vi era la presenza del divieto di balneazione. Si tratta di un problema che non va minimamente sottovalutato, perché mette a rischio la stessa salute dei bagnanti. In molti punti giudicati critici dai tecnici di Goletta Verde, infatti, viene spesso registrata la presenza di bagnanti nel punto preso in esame o nelle immediate prossimità dello stesso.
Tema centrale di questa edizione di Goletta Verde è anche l’inquinamento da marine litter. Legambiente ha recentemente raccontato l’esperienza e i dati raccolti in questi 30 anni da Goletta Verde alla Conferenza mondiale dell’Onu sugli Oceani di New York, rilanciando un pacchetto di proposte per contrastare questo problema che, al pari della maladepurazione e della pesca illegale, mette in serio pericolo l’ambiente, la biodiversità marina ma anche la salute dei cittadini.
Il 10% dei rifiuti presenti sulle spiagge italiane proviene, infatti, dagli scarichi dei nostri bagni. Rifiuti buttati nel wc che raggiungono il mare, anche a causa di sistemi di depurazione inefficienti, minacciando la fauna marina. Il 9% di questi rifiuti spiaggiati è costituito da bastoncini per la pulizia delle orecchie che vengono buttati nei wc. In sole 46 spiagge lungo la penisola sono stati trovati quasi 7mila cotton fioc (monitorate da Legambiente tra il 2016 e il 2017 con l’indagine Beach Litter), in pratica due bastoncini per le orecchie ogni passo tra la sabbia. Il problema, purtroppo, non sono solo i cotton fioc. Sulle nostre spiagge c’è di tutto: blister, tamponi e assorbenti, medicazioni, deodoranti per wc, contenitori per le lenti a contato.
In Molise sulla spiaggia di Ventotto a Petacciato e su quella di Torre del Sinarca a Termoli, su un’area monitorata pari a 6.000 metri quadri, sono stati trovati 259 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia. Il 6% dei rifiuti trovati nelle spiagge molisane monitorate proviene dalla mancata depurazione degli scarichi. Infatti, tutti quei rifiuti che vengono gettati nel wc, a causa di una cattiva depurazione, finiscono in mare. Di questi la maggior parte è costituita da cotton fioc, se ne trovano quasi 3 ogni 10 metri, poco meno di quelli che si trovano in media sulle spiagge del resto d’Italia (4 ogni 10 m).
“I tecnici di Goletta Verde, durante il monitoraggio lungo le coste molisane effettuato in questi giorni – commenta Manuela Cardarelli, presidente Legambiente Molise – hanno trovato rifiuti da mancata depurazione alla foce del fiume Tecchio, a Petacciato. Rifiuti buttati nel WC e che hanno raggiunto mare e spiagge, anche a causa di criticità del sistema di depurazione. Prevenire è possibile e anche molto semplice: basterebbe evitare di usare i nostri WC come se fossero cestini della spazzatura”.
Ecco perché Legambiente ha lanciato la campagna #NoRifiutinelWC, per stimolare il cambiamento spontaneo e permanente di abitudini attraverso un piccolo gesto quotidiano che, tuttavia, può contribuire ad arginare un problema di portata globale come il marine litter.
Il problema delle microplastiche è serio e globale. Bisogna mettere in campo strategie di prevenzione, non solo limitando l’ingresso dei rifiuti in mare ma anche mettendo al bando le microplastiche nei cosmetici. Legambiente chiede con decisione che la proposta di legge, già licenziata dalla Camera dei deputati e ancora ferma in Senato, venga approvata dopo la pausa estiva, come già avvenuto ad esempio in Francia e nel Regno Unito.
“A fronte di una situazione sostanzialmente invariata rispetto agli anni scorsi, l’obiettivo di Goletta Verde è quello di spronare le amministrazioni competenti a risolvere i problemi su fronte della mancata depurazione, al fine di valorizzare un territorio che diventi capace di coniugare sviluppo economico, offerta di servizi turistici e salvaguardia dell’ambiente” conclude Cardarelli.
Anche quest’anno il Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati è main partner della campagna estiva di Legambiente. Attivo da 33 anni, il CONOU garantisce la raccolta e l’avvio a riciclo degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale. L’olio usato – che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli – è un rifiuto pericoloso per la salute e per l’ambiente che deve essere smaltito correttamente: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in acqua inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche. Ma l’olio usato è anche un’importante risorsa perché può essere rigenerato tornando a nuova vita in un’ottica di economia circolare: il 95% dell’olio raccolto viene classificato come idoneo alla rigenerazione per la produzione di nuove basi lubrificanti, un dato che fa dell’Italia il Paese leader in Europa. In Molise nel 2016, il Consorzio ha raccolto 640 tonnellate di oli usati. “La difesa dell’ambiente, in particolare del mare e dei laghi – spiega il presidente del CONOU, Paolo Tomasi – rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione. L’operato del Consorzio non solo evita una potenziale dispersione nell’ambiente di un rifiuto pericoloso, ma lo trasforma in una preziosa risorsa per l’economia del Paese”.
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