Goletta Verde presenta i risultati del monitoraggio in Molise Legambiente: “La Regione istituisca il vincolo di inedificabilità assoluta a un chilometro dal mare”

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Due prelievi su tre “fuorilegge”: le acque campionate dai biologi di Goletta Verde evidenziano la presenza di scarichi non depurati adeguatamente con presenze di valori di escherichia coli e enterococchi intestinali al di sopra dei valori consentiti dalla normativa vigente. Sotto accusa ancora una volta foci dei fiumi, che dimostrano delle carenze depurative, risultato di un insufficiente trattamento dei reflui che interessano non solo la costa ma anche i comuni dell’entroterra. Ad essere giudicati “fortemente inquinati” sono i campionamenti effettuati a Termoli, alla foce del Canale Rio Vivo (Baia a sud), e alla foce del fiume Biferno, al confine tra il comune di Campomarino e Termoli.

A preoccupare, però, non è solo il rischio di contaminazione delle acque dei mari, ma anche l’avanzare del cemento nella zona costiera: dal 1988 è stato trasformato irreversibilmente il 48 per cento della costa e cancellati dall’avanzare del cemento ben 17 sui 35 chilometri totali di aree costiere. E il boom delle costruzioni non accenna a diminuire con il rischio di far scomparire per sempre le bellezze naturali della regione. Per questo Legambiente lancia la proposta di bloccare le espansioni degli strumenti edilizi e fissare un vincolo di inedificabilità assoluta per tutte le aree costiere ancora libere dall’edificato di almeno un chilometro dal mare.

È questa la fotografia scattata da Goletta Verde, la celebre campagna diLegambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anchel grazie al contributo del COOU, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati che da venerdì ha fatto tappa in Molise oltre che per verificare lo stato di salute del mare, anche per puntare l’attenzione sulla cementificazione delle coste e il consumo di suolo. L’istantanea regionale sulle analisi dell’equipe di biologi di Legambiente, è stata presentata questa mattina, in conferenza stampa a bordo della Goletta Verde, ormeggiata al porto di Termoli, da Serena Carpentieri, responsabile di Goletta Verde; Pasquale Lollino,della segreteria regionale Legambiente Molise e Manuela Cardarelli, vicepresidente di Legambiente Molise.

L’obiettivo del monitoraggio di Goletta Verde è quello di individuare i punti critici di una regione, anche analizzando il carico batterico che arriva in mare dalle foci dei fiumi. Anche nel caso del Molise, le due foci monitorate, quella del Biferno e del Rio Vivo, sono risultate gravemente inquinate. Nello specifico sono stati tre i campionamenti effettuati dai biologi dell’imbarcazione ambientalista in Molise, due quali, come detto, sono stati giudicati “fortemente inquinati”. L’unico prelievo che ha riportato valori batterici entro i limiti di legge è stato quello effettuato nei pressi della Spiaggia del Lungomare degli Aviatori (all’altezza dell’incrocio tra via Einaudi e via Don Luigi Sturzo) nel comune di Campomarino. È risultato “fortemente inquinato”, invece, il prelievo nei pressi della foce del fiume Biferno che segna il confine tra Campomarino e Termoli. Quest’ultimo, infine, è l’altro comune interessato dal monitoraggio scientifico di Goletta Verde: anche qui c’è un giudizio di “fortemente inquinato” per le acque prelevate nei pressi della Foce del Canale Rio Vivo, nella baia a sud.

 

“Per quanto la nostra sia un’istantanea che non vuole sostituirsi ai monitoraggi ufficiali, siamo sorpresi nel constatare che le foci dei fiumi, che in genere sono interdette alla balneazione, siano, in questo caso, classificate come balneabili dal Portale delle Acque del Ministero della Salute – dichiara Serena Carpentieri,responsabile della Goletta Verde –  Chiediamo quindi che possano essere eseguiti dalle autorità preposte dei monitoraggi specifici e puntuali proprio alle foci dei fiumi che vengono classificati come balneabili. E lo chiediamo non solo per stimare l’entità del problema legato all’insufficiente depurazione dei reflui ma anche per spronare le istituzioni regionali e comunali, dalla costa all’entroterra, a prendere atto di un problema che deve essere risolto con prontezza e in maniera sinergica per garantire la tutela del mare, la salute dei bagnanti e l’economia turistica”.

A preoccupare, però, è anche l’avanzare del cemento lungo le coste. Il dossier presentato questa mattina da Legambiente, dedicato alla trasformazione del paesaggio costiero molisano,  denuncia una situazione estremamente preoccupante. Su un totale di 35 km di costa, da Montenero di Bisaccia, al confine con l’Abruzzo, a Campomarino, al confine con la Puglia, il 48% risulta trasformato ad usi urbani e infrastrutturali. Più precisamente, sono 17 i chilometri di costa modificati in modo irreversibile, e si registra negli ultimi anni un’evidente accelerazione dell’avanzata del cemento nei confronti della costa. Sovrapponendo le foto satellitari è stato possibile misurare il consumo di costa negli anni tra il 1988 e il 2011: malgrado i vincoli imposti sia dalla legge “Galasso” che dal piano paesaggistico, sono “scomparsi” dieci chilometri di costa, cioè il 29% dell’area costiera. E l’avanzata delle seconde case ad aver trasformato paesaggi naturali e agricoli costieri. Ben 13,3 km risultano essere occupati da un costruito residenziale, fatto di residence e seconde case, soprattutto tra Montenero e Termoli, in un tratto lungo il quale la ferrovia passa molto vicina alla linea di costa. Solo 12 km di costa possono considerarsi ancora paesaggi agricoli, mentre i tratti di costa “integri” sono solo 6 km. Inoltre, oltre a nuove strutture turistiche nei pressi di Campomarino e Montenero, come opera infrastrutturale, si segnala la realizzazione del porticciolo a Campomarino Lido.

“I paesaggi costieri sono un patrimonio che la Regione Molise deve portare nel futuro, cambiando attenzioni e politiche nei confronti di una risorsa a rischio – dichiara Pasquale Lollino, della segreteria regionale Legambiente Molise – La prospettiva da scongiurare è che litorali, baie e spiagge vengano progressivamente, anno dopo anno, divorati dal cemento. E’ assurdo che il paesaggio costiero, risorsa importante per una Regione come il Molise, non sia interessato in modo sostanziale da aree protette e aree sottoposte a vincoli. Anche perché i dati relativi al consumo di suolo negli ultimissimi decenni sono allarmanti e fanno pensare ad un progressivo aumento delle aree impermeabilizzate e occupate da nuove volumetrie, come sta avvenendo in particolar modo a nord di Termoli. I tratti che destano maggiore preoccupazione sono quelli compresi tra Termoli e Campomarino Lido e tra Montenero e Termoli sui quali si dovrà intervenire per introdurre soluzioni che tutelino e valorizzino la costa come risorsa naturale”.

Da qui la proposta avanzata da Legambiente alla Regione. “Occorre aprire una nuova fase di attenzione al mare e alle coste molisane. Da un lato chiediamo che ci si adoperi affinché Regione e Comuni possano mettere in agenda la sfida di migliorare la depurazione. Dall’altro che vi sia una maggiore tutela delle aree ancora libere dall’urbanizzazione e da una nuova qualità dell’intervento sul patrimonio esistente – dichiara Manuela Cardarelli, vicepresidente di Legambiente Molise – Alla Regione chiediamo di fissare un vincolo di inedificabilità assoluta per tutte le aree costiere ancora libere dall’edificato di almeno 1 chilometro dal mare, attraverso l’approvazione di un piano paesaggistico che intervenga anche sui piani regolatori vigenti per stralciarne le previsioni edificatorie”.

Anche quest’anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati è Main Partner della storica    campagna estiva di Legambiente. “La difesa dell’ambiente, e del mare in particolare, rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione”, spiega Antonio Mastrostefano, responsabile Comunicazione del COOU. L’olio usato è ciò che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli di ciascun cittadino. “Se eliminato in modo scorretto – continua – questo rifiuto pericoloso può danneggiare l’ambiente in modo gravissimo: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in mare inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche”. A contatto con l’acqua, l’olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. Nel 2012 in Molise, il Consorzio ha raccolto 834 tonnellate di oli lubrificanti usati: 716 in provincia di Campobasso e 118 a Isernia.

I RISULTATI DELLE ANALISI DI GOLETTA VERDE DEL MARE IN MOLISE*

 *prelievi effettuati il 22 giugno

PROVINCIA

COMUNE

LOCALITÀ

PUNTO DI PRELIEVO

GIUDIZIO

CAMPOBASSOCampomarinoLido di CampomarinoSpiaggia lungomare degli aviatori all’altezza incrocio via Einaudi e via Don Luigi SturzoEntro i limiti di legge
CAMPOBASSOCampomarinoLido di CampomarinoFoce del fiume BifernoFORTEMENTE INQUINATO
CAMPOBASSOTermoli/CampomarinoFoce del Canale Rio Vivo (Baia Sud)FORTEMENTE INQUINATO

 

Il Monitoraggio scientifico

I prelievi e le analisi di Goletta Verde vengono eseguiti dalla squadra di biologi di Legambiente che anticipa il viaggio dell’imbarcazione a bordo di un laboratorio mobile attrezzato. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nel laboratorio mobile lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, pH, ossigeno disciolto, conducibilità / salinità). Le analisi chimiche vengono effettuate direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo.
Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai chilometri di costa di ogni regione.

LEGENDA

Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) i giudizi si esprimono sulla base dello schema seguente:
INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiori di 200 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 500 UFC/100ml
FORTEMENTE INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiori di 400 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 1000 UFC/100 ml

 

Su www.legambiente.it/golettaverde sezione Analisi è possibile scaricare la mappa interattiva del monitoraggio, con i punti di campionamento e i risultati delle analisi che è possibile incorporare in siti web e blog.

 

 

 

Goletta Verde è una campagna di Legambiente

Main partner: COOU

Partner tecnici: Corepla, Nau, Novamont, Solbian

Media partner: La Nuova Ecologia, PescaTv – canale Sky 236, Rinnovabili.it

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